STARTUP INNOVATIVE IN ITALIA: LE NOVITÀ LEGALI E FISCALI DEL 2021

da | Gen 25, 2021

L’anno nuovo è iniziato e con lui sono arrivate novità e somme da tirare, per quanto riguarda l’anno appena passato, un anno particolare, senza dubbio sui-generis, ma non necessariamente da archiviare e ricordare come annus horribilis dell’economia. Anzi: a ben guardare, per quanto concerne il mondo delle startup, il 2020 è stato tutt’altro che malevolo.

Abbiamo fatto una chiacchierata con due amici della squadra di Equity4Innovation: l’avvocato di E4I, Fabio Francesco Franco e il nostro consulente commercialista, Daniele Ronchi.

LE STARTUP SI SONO SALVATE E HANNO SALVATO. La natura stessa delle startup ha fatto sì che fossero più resistenti alla crisi economica scatenata dal Covid.

I dati della Banca d’Italia indicano che il numero di aziende fallite nel 2020 è stato il più basso da moltissimi anni: 207.828 tra il primo e il terzo trimestre, 44.139 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, quando erano state 251.967. Si tratta di un dato senza precedenti se consideriamo che nel 2018 le cessazioni erano state 241.206, e nel 2017 238.207.

A differenza di quello che si potrebbe credere non è affatto un segnale positivo. Si tratta dell’effetto dell’enorme sostegno generato dal governo e dalle banche per congelare la situazione in attesa di tempi migliori. Tra gli interventi più importanti si ricordano, oltre ai contributi a fondo perduto, l’ampliamento della cassa integrazione ed il fondo statale per le garanzie sul credito, che non a caso ha prodotto un’impennata della domanda di prestiti nel 2020”, ci spiega il dott. Ronchi “e, in ogni caso, le stesse startup hanno indotto con la loro resistenza, una reazione portante alla struttura economica del paese che potrà costituire la via di fuga dallo stallo economico e finanziario inevitabile che sarà più visibile nel corso del 2021 quando le agevolazioni statali termineranno. Le startup hanno resistito grazie alla leggerezza delle loro strutture per lo più poggiate su crowdfunding e piccoli investitori; con le banche, che hanno dinamiche più complesse e poco flessibili, hanno ben poche relazioni e questa riduzione della tensione bancaria ha permesso loro di mantenere un equilibrio stabile su un terreno in frana, tuttavia questo è il momento per riprendere a muoversi abilmente secondo progetti ben definiti perché la recessione economica ci sarà e la posizione privilegiata delle startup rispetto alle tradizionali aziende deve essere sfruttata”.

”Le agevolazioni non mancano”, specifica Ronchi:

Accesso gratuito e semplificato al Fondo di Garanzia.

Alle startup innovative spetta anche un’agevolazione nell’intervento semplificato, gratuito e diretto del Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese. Il fondo a capitale pubblico copre, sia in via diretta che su operazioni tramite confidi, fino all’80% del credito erogato dalla banca, e fino a 2,5 milioni di euro.

La garanzia è automatica, indipendentemente dal merito di ciascuna startup innovativa, prioritaria, rispetto alle istanze di altre imprese, e gratuita.

Esonero da diritti camerali e imposte di bollo

Tutte le startup iscritte al Registro delle Imprese delle startup innovative beneficiano dell’esonero dal pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti di segreteria dovuti per adempimenti alle iscrizioni.

Non solo, anche il pagamento del diritto annuale dovuto alla camera di commercio viene esonerato. Queste agevolazioni hanno una durata di 5 anni e comunque finché la startup rimane all’interno del registro speciale.

Raccolta di capitali tramite Equity Crowdfunding

Le startup innovative, e dopo anche tutte le altre piccole e medie imprese italiane, possono ricevere finanziamenti da privati tramite l’equity crowdfunding.

Si tratta di uno strumento tramite cui le idee imprenditoriali possono essere supportate in cambio di azioni, azioni dematerializzate o quote societarie. Si ricorda, inoltre, la detrazione fiscale pari al 50% per chi investe nel capitale sociale di una o più strat up innovative, direttamente o tramite organismi di investimento collettivo del risparmio. L’investimento massimo detraibile, non può eccedere, in ciascun periodo di imposta, l’importo di euro 100.000 e deve essere mantenuto per almeno tre anni

Vantaggi anche per chi è vicino all’Exit: per le società che decidono di acquisire l’intero capitale sociale di una startup innovativa è concessa una deduzione IRES del 50%, maggiorata dal precedente 30%, a condizione che l’intero capitale sociale sia mantenuto per almeno tre anni.

Il ciclo di vita per le startup, infine, è stato prorogato di un anno, passando da cinque a sei.

IL FUTURO DELL’ECONOMIA. Anche l’avvocato Franco è convinto che nelle startup ci sia il futuro dell’economia, ecco perché l’Italia e l’Europa ripongono in esse fiducia e aspettative di sviluppo. Non solo perché spesso le startup si basano su idee, modalità e strumenti innovativi ma anche e soprattutto perché si reggono su meccanismi di finanziamento leggeri e versatili: il crowdfunding ed il lending. Coinvolgere tanti piccoli investitori e prestatori in un progetto significa creare una community ampia, ma coesa ed è proprio il crowd, cioè le persone che fanno sì che un progetto diventi “sociale”, un’aspirazione comune e una realizzazione condivisa.

“Con la conversione del Decreto Rilancio”, ci spiega Franco, “sono entrate in vigore anche delle semplificazioni. Le imprese, le università, gli enti di ricerca e le società con caratteristiche di spin off o di startup universitarie, che intendono sperimentare iniziative attinenti all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione, possono presentare i loro progetti presso la Presidenza del consiglio dei ministri competente per la trasformazione digitale, secondo una procedura semplificata (in deroga a talune normative specifiche in tema di sperimentazione), volta a semplificare e favorire le iniziative innovative e le condizioni per lo sviluppo, la diffusione e l’impiego delle tecnologie emergenti, nonché la sperimentazione di idee volte al miglioramento della competitività, dell’efficienza e dell’efficacia di servizi nei diversi settori economici”.

La conversione legislativa non tralascia però anche altri settori che con la crisi necessitano di maggiore sostegno, come quelli della moda e dell’arte e specifici finanziamenti e agevolazioni per le regioni del sud del paese e ad alto tasso di disoccupazione e spopolamento.

“Al fine di promuovere il sistema delle startup italiane e, più in generale, le potenzialità del settore delle imprese innovative”, continua l’avvocato Franco, per affrontare l’emergenza derivante dal Covid-19, è stato stabilito che non più del 5% delle risorse allocate al programma Smart Money (il programma Smart Money prevede che le startup innovative possano usufruire di contributi a fondo perduto fino a un totale di 10 milioni di euro, da utilizzare per l’acquisizione di servizi da parte di incubatori, acceleratori, business angels e altri soggetti privati o pubblici che fornisco supporto alle startup innovative) possa essere destinato al finanziamento di specifiche iniziative riguardanti attività di comunicazione, promozione e informazione dell’ecosistema startup.

La legge di conversione ha poi stabilito la misura massima dei finanziamenti agevolati che il Fondo (come sopra definito) potrà erogare nei confronti di ciascuna startup e PMI innovativa.